sabato 14 agosto 2010

Il Fisco

La Tariffa incentivante statale ha avuto lo sperato effetto di aumentare a dismisura l'interesse di aziende e privati verso la produzione per autoconsumo o per immissione nella rete nazionale.
Ad esempio, verso chi produce energia da impianti fotovoltaici è destinata la tariffa incentivante emessa dal Gse equivalente a 0,40 euro per kw circa. A tale contributo va applicata la ritenuta d'acconto del 4% nel caso in cui a beneficiare è una partita iva classica, mentre non viene applicata alle imprese agricole.
Il privato invece può installare impianti di 20 kw di potenza per erogare elettricità ad uso domestico, e per questo riceve un contributo sotto forma di tariffa incentivante.
Nel caso in cui il singolo privato scelga lo scambio sul posto, l'Autorità sull'energia, con la delibera 74/2008, stabilisce che tutta l'energia prodotta dovrà essere immessa nella rete elettrica nazionale, mentre quella consumata sarà a lui fatturata dal gestore con cui ha formalizzato il contratto di fornitura elettrica.
Se invece decide di immettere tutta l'energia in rete senza minimamente usufruirne, dovrà anche mettere in conto di dover dichiarare un reddito derivante dai proventi di tale vendita in rete, assimilabile ad una prestazione di attività occasionale. Per impianti superiori ai 20 kw invece dovrà considerare l'ipotesi di aprire una partita iva come previsto dalla circolare 46/2007.
Per le imprese l'energia immessa al Gse ferrà fatturata con IVA al 10% valevole come reddito soggetto ad imposta, mentre l'energia consumata sarà soggetta a tariffa incentivante con ritenuta del 4%.
Per i Professionisti il trattamento fiscale per l'energia ceduta è simile a quello delle imprese ma, siccome il reddito non può essere inserito nel Modello Unico, bisognerà tenere una contabilità separata.

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